Il repertorio
Il Coro Verrès, nei primi anni della sua fondazione, si dedica all’esecuzione di canzoni appartenenti al repertorio del famoso Coro SAT, a cui affianca ben presto canzoni della tradizione valdostana e piemontese.
Gradualmente raggiunge una propria identità e fisionomia, grazie soprattutto al grande e paziente lavoro di ricerca, ricostruzione ed elaborazione di canti del folclore valdostano portato avanti dal Maestro Cerruti che alterna agli arrangiamenti di canti tradizionali numerose composizioni inedite.
A partire dagli anni Sessanta, infatti, inizia a comporre brani inediti d’ispirazione valdostana da presentare all’Assémblée Régionale de Chant Choral, una rassegna annuale regionale in cui viene indetto un premio per le canzoni inedite.
Tra questi, molti si sono piazzati nelle prime posizioni; ne riportiamo il titolo di alcuni: “La capela d’ Rovarey”, “Jodel a sera”, “Caporale del Battaglion Cervino”, “Scarpôn”, “Claudinette”, “Chanson d’amour”, “Refrain d’alpage”, “Exulte autonomie”, “Ave Maria”, “La Poupée”, “Fratello mio”, “lo tsâten”, “L’hiver”.
A questa attività di compositore, il maestro affianca un lavoro di ricerca e rielaborazione di canti tradizionali valdostani e di altre regioni italiane che vengono adattati alle caratteristiche vocali dei coristi. Tra questi troviamo: “Montagnes Valdôtaines”, “Bella ciao”, “Chevaliers de la table ronde”, “Der lustige appenzeller”, “Je te salue”, “La blanchisseuse”, “La crica”, “La fenna consolaye”, “la maisonnette”, “Sai nen perché”, “Ai preat la biele stele”, “Belle rose du printemps”, “La bergera”, “J’abruzzu”, “Signore delle cime”.
A partire dai primi anni ottanta il Coro Verrès intensifica la sua presenza a rassegne di canto corale e aumentano gli scambi musicali con altri cori italiani e stranieri. Questi viaggi contribuiscono ad arricchire il repertorio con canti appartenenti alla musica popolare internazionale, rielaborati con straordinario gusto dal maestro Cerruti.
Citiamo qualche esempio: “Nobody knows”, “Guantanamera”, “T’es venu de loin”, “Deep river”, Poetas andaluces”, “Bajuski baju”, “Oh happy day”, “Day-o”, “Study war no more”, “Te quiero”.
Con l’arrivo del Maestro Albert Lanièce, nel 1998, il coro ha voluto mantenere il suo “storico” repertorio rivisitandolo, però, dal punto di vista della vocalità.
Il nuovo maestro, infatti, punta molto sullo studio della vocalità per dare maggior espressione ai brani che si cantano. In questi anni ha saputo introdurre nel repertorio del coro nuove composizioni da interpretare che arricchiscono sia il repertorio tradizionale (“El caregheta”, “Aux guides valdôtaines”), sia quello internazionale (“The long day closes” armonizzato dai King’s singer).
Inoltre ha voluto introdurre brani polifonici e di difficile esecuzione tecnica come “Fischia il vento” (elaborato da G. Zotto) e “Chouer de chasseur démocrates” (del noto compositore Gioachino Rossini). Da non dimenticare sono anche: “Resonet in laudibus” ( canto natalizio della tradizione tedesca riadattato da Albert Lanièce), “Gaudete” (canto a 6 voci arrangiato da Brian Kay per i King’s singer) e la “Missa XVIII” di Michael Haller che hanno arricchito il repertorio dei canti religiosi.